Oggi a Perugia la seconda giornata del Festival Internazionale del Giornalismo

La seconda giornata del Festival Internazionale del Giornalismo 2025 entra nel vivo con i grandi temi al centro del dibattito globale e con le voci più rilevanti del giornalismo mondiale.
Tra i nomi più attesi a #ijf25, giovedì 10 aprile alle ore 18, c’è Yuval Abraham, giornalista e regista israeliano, Premio Oscar 2025 per il documentario No Other Land, realizzato insieme al collettivo israelo-palestinese formato da Basel Adra, Rachel Szor e con Hamdan Ballal, il reporter che solo il 25 marzo scorso è stato arrestato e rilasciato in 24 ore dall’esercito israeliano, dopo che alcuni coloni avevano attaccato lui e il suo villaggio. Il film – che sarà proiettato a #ijf25 nel contesto unico e suggestivo dell’Auditorium di San Francesco al Prato (XIII sec) a Perugia – racconta la resistenza non violenta dei villaggi palestinesi minacciati dagli insediamenti israeliani. Al termine della proiezione, lo stesso Abraham sarà protagonista di una Q&A aperta al pubblico, un’opportunità unica per comprendere da vicino uno dei conflitti più laceranti della nostra epoca. Durante la notte degli Oscar, il discorso ha fatto di Yuval Abraham ha fatto il giro del mondo: “Serve una soluzione politica, senza supremazia etnica, con diritti nazionali per entrambi i nostri popoli. La distruzione di Gaza deve finire, gli ostaggi israeliani devono essere liberati”.
Libertà di stampa sotto attacco e il coraggio di chi continua a raccontare la verità anche a costo dell’esilio o del carcere. Se ne parla alle ore 17, sempre all’Auditorium di San Francesco al Prato, con Can Dündar, giornalista turco costretto all’esilio, oggi direttore della piattaforma giornalistica bilingue Özgürüz, perseguitato dal governo di Recep Tayyip Erdoğan per le sue inchieste sui traffici di armi tra Ankara e gruppi jihadisti in Siria. Con lui, Jason Rezaian, direttore delle Press Freedom Initiatives del Washington Post, imprigionato nel famigerato carcere di Evin a Teheran per 544 giorni con l’accusa di spionaggio. Entrambi saranno protagonisti a #ijf25 di un panel sulle sfide globali al giornalismo nell’era Trump e oltre.
Un incontro che assume un significato ancora più urgente alla luce degli sviluppi recenti in Turchia: appena due settimane fa, il sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu è stato arrestato con l’accusa di “abuso d’ufficio” in un’operazione giudiziaria che ha suscitato indignazione dentro e fuori dal Paese. A Perugia, Dündar offrirà un’analisi puntuale del contesto turco, con lo sguardo testo alle presidenziali del 2028 a cui è ufficialmente candidato il sindaco Imamoglu, tra repressione politica e crisi dello stato di diritto, confermandosi una delle voci più lucide e informate sulla deriva autoritaria in atto.
INFO: https://www.journalismfestival.com/programme/2025/press-under-pressure-global-challenges-for-journalism-in-the-trump-era-and-beyond
Lo scorso anno, il mondo ha assistito con orrore al processo a Dominique Pelicot e ad altri 50 uomini, accusati di aver ripetutamente violentato l’allora moglie Gisele Pelicot per oltre un decennio. Questo caso agghiacciante e storicamente rilevante riuscirà a cambiare l’atteggiamento della società nei confronti della violenza sessuale, contribuendo finalmente a far "cambiare lato alla vergogna"? La copertura mediatica del processo ha alimentato stereotipi – come il titolo di un giornale britannico che ha definito la scelta di Gisele Pelicot di denunciare pubblicamente la violenza come un atto di “vendetta”? E i media sono davvero in grado di sfidare e riprogrammare i pregiudizi profondamente radicati riguardo alle aggressioni sessuali e, soprattutto, al modo in cui percepiamo chi sopravvive? A #ijf25 , alle ore 15 presso l’Auditorium di San francesco al Prato, un panel di esperte affronterà queste domande, partendo proprio dal processo Pelicot fino ad allargare il discorso al panorama globale della misoginia, delle molestie sessuali e della violenza sulle donne. A guidare il dibattito sarà Annette Young, conduttrice e ideatrice del programma The 51 Percent su France 24. Assieme a lei: Virginie Herz, managing editor di France 24 Reporters, Megan Clement, direttrice di Impact, newsletter bilingue di giornalismo femminista. Particolarmente significativo sarà il contributo di Sandrine Josso, parlamentare francese e co-fondatrice dell’ONG Don’t Put Me to Sleep, impegnata con l’inasprimento delle leggi contro le aggressioni sessuali facilitate da droghe, di cui lei stessa è stata vittima. Secondo quanto riportato dalla stampa francese, nell’ottobre 2023 Josso avrebbe subito un’aggressione da parte del senatore Joël Guerriau, accusato di averle somministrato dell’ecstasy a sua insaputa durante un incontro privato. La parlamentare francese ha denunciato e reso pubblici i fatti. La sua testimonianza personale e politica a #ijf25 offrirà una riflessione potente sulla cultura dello stupro, sull’impunità nei palazzi del potere e sul ruolo dei media nel raccontare questi crimi
Lo scandalo Cambridge Analytica ha segnato uno spartiacque nell’ecosistema digitale globale. Quando nel 2018 Christopher Wylie, ex data scientist dell’azienda, rivelò come erano stati raccolti — senza consenso — i dati personali di 87 milioni di utenti Facebook per manipolare il consenso politico, il mondo scoprì la vulnerabilità delle democrazie nell’era dei dati. Le sue rivelazioni, pubblicate da The Guardian, The Observer e The New York Times, hanno innescato un dibattito planetario sulla regolamentazione delle Big Tech.
A #ijf25, Wylie partecipa il 10 aprile alle ore 11:30, Auditorium San Francesco al Prato per interrogarsi su cosa sta accadendo oggi. È lui il protagonista del panel "Captured: how Silicon Valley’s AI emperors are reshaping reality", in dialogo con la giornalista investigativa Isobel Cockerell.
La sessione si aprirà con un racconto che sembra uscito da un episodio di Black Mirror: Wylie, in sosta a Dubai durante la Crypto Week, tra alluvioni, rave futuristi e conversazioni su immortalità e intelligenze collettive, finisce a una festa surreale. Da lì, nascosto in bagno, invia a Isobel messaggi vocali criptici. È il momento in cui capiscono che il divario tra chi costruisce il futuro e chi dovrebbe raccontarlo sta diventando incolmabile.
Da un lato i “tech bros” che sognano mondi alternativi, dall’altro i giornalisti riuniti in cima a una collina umbra a interrogarsi sul senso profondo dell’AI per la democrazia. Così nasce l’inchiesta che Wylie e Cockerell porteranno a Perugia: una riflessione potente sul potere culturale e informativo della Silicon Valley, sulla manipolazione del reale e sul pericolo più invisibile di tutti — quello di non accorgerci che la nostra capacità di reagire è già stata catturata.
Un racconto che ha ispirato un’indagine sulle convinzioni profonde dell’élite tech e su come l’AI stia riscrivendo — algoritmo dopo algoritmo — la realtà stessa. Un confronto stimolante sul futuro del giornalismo indipendente in un mondo dominato dall’intelligenza artificiale: dialogare con chi plasma questo futuro, o tracciare una via autonoma di resistenza? Modera: Natalia Antelava, pluripremiata giornalista di origine georgiana e co-fondatrice e direttrice di Coda Story, una testata indipendente con sede a Tbilisi e New York, specializzata in approfondimenti su disinformazione, autoritarismo e diritti umani.
Tra i tanti appuntamenti del 10 aprile 2025, ne segnaliamo alcuni di seguito e in ordine di programmazione. Una selezione stretta, ricordando che il programma completo e dettagliato è disponibile sul sito ufficiale di #ijf24 ed è aggiornato in tempo reale. È inoltre possibile salvare sulla propria agenda elettronica gli eventi che si desidera seguire, giorno per giorno.
CHRISTINA ASSI: LA FOTO-GIORNALISTA LIBANESE SIMBOLO DELLA RESILIENZA
Il 13 ottobre 2023, Christina Assi, fotogiornalista e photo editor libanese dell’Agence France-Presse (AFP), è stata colpita dal fuoco di un carro armato israeliano mentre documentava gli scontri nel sud del Libano. L’attacco ha ucciso il suo collega e amico Issam Abdallah, giornalista di Reuters, e ha ferito altri reporter presenti sul campo.
Christina Assi è sopravvissuta, ma ha subito l’amputazione della gamba destra e ha trascorso mesi in terapia intensiva. Dopo questa tragica esperienza, è diventata una voce autorevole nella difesa della sicurezza dei giornalisti. Ha partecipato alla staffetta della torcia olimpica di Parigi 2024, dedicando il suo percorso alla memoria di tutti i reporter caduti nell’esercizio della professione. A dicembre 2024, la BBC l’ha inclusa tra le 100 donne più influenti dell’anno.
A #ijf25, alle ore 12.35 presso la Sala dei Notari, Christina Assi sarà in conversazione con Phil Chetwynd, Global News Director di Agence France-Presse. Durante l’incontro, racconterà l’impatto devastante di quell’attacco sulla sua vita, la sua battaglia per ottenere giustizia e la fragile condizione della libertà di stampa per i giornalisti che operano in zone di guerra. Condividerà anche il suo percorso di riabilitazione e la sua determinazione a tornare a camminare, correre e rilanciare la sua carriera di fotogiornalista.
TRUMP E LA STAMPA: COSA ASPETTARSI DA UN SECONDO MANDATO?
Durante il suo primo mandato, Donald Trump ha provato a silenziare la stampa: minacce di incarcerazione per i giornalisti, attacchi alle leggi sulla diffamazione, pressioni sui media e sistematiche esclusioni dalla Casa Bianca. Tentativi in gran parte falliti. Ma cosa potrebbe accadere in un secondo mandato?
Alle ore 12.35, all’Auditorium San Francesco al Prato, ne discutono a #ijf25 due voci di rilievo internazionale: Joel Simon, fondatore del Journalism Protection Initiative (CUNY) ed ex direttore del Committee to Protect Journalists, e Betsy Reed, direttrice di The Guardian US, già alla guida di The Intercept.
Un confronto essenziale per comprendere l’impatto globale della presidenza Trump sulla libertà di stampa e le strategie più efficaci per raccontare il potere in un’epoca di disinformazione e polarizzazione.
LA MUSKIFICAZIONE DEI MEDIA: CHI RACCONTERÀ IL FUTURO DELL’INFORMAZIONE?
Sempre più americani, soprattutto tra gli elettori di Donald Trump, si affidano a fonti non giornalistiche per informarsi. Su X – la piattaforma di Elon Musk – questa tendenza è lampante: dopo la rielezione di Trump, il miliardario ha dichiarato “Ora siete voi i media”.
Un'autentica Muschificazione dei Media Amerticani, da cui il titolo del panel di #ijf25 che , alle ore 16 all’Auditorium San Francesco al Prato, esplorerà le implicazioni globali del fenomeno. In dialogo: Patrícia Campos Mello, editor-at-large di Folha de São Paulo, nota per le sue inchieste su disinformazione e regolamentazione tech in Brasile, India e USA; Courtney C. Radsch, direttrice del Center for Journalism and Liberty ed esperta di governance dell’IA e media policy; Anya Schiffrin, docente alla Columbia University e voce di riferimento sulla sostenibilità dell’informazione e le regole per le piattaforme digitali; e Clayton Weimers, direttore esecutivo di Reporters Without Borders USA, attivo sul fronte della libertà di stampa in Nord America.
Un confronto che toccherà anche il ruolo della regolamentazione europea, i precedenti in Brasile e il futuro del giornalismo negli USA.
TUTTI I GIORNALISTI SONO CONTENT CREATOR. È ORA DI PRENDERNE ATTO
In un’epoca in cui la crisi dell’industria del giornalismo si aggrava, i lettori abbandonano l’informazione tradizionale e ripongono la loro fiducia in singoli individui considerati affidabili. Johnny Harris, giornalista e youtuber da oltre 3,5 milioni di follower, sarà sul palco insieme a Taylor Lorenz (Washington Post), Jane Ferguson (PBS NewsHour) e Mark Little (Kinzen) per discutere il futuro dell’informazione ibrida.
Al centro del panel: i nuovi linguaggi visivi, l’engagement diretto con il pubblico, le sfide e le opportunità di un giornalismo personalizzato che sappia attraversare i confini tra media legacy e piattaforme digitali. A partire da dati che mostrano come sempre più utenti siano disposti a pagare per contenuti prodotti da singoli creator piuttosto che da brand tradizionali, il panel affronterà temi centrali come la costruzione di un’audience, la monetizzazione e l’indipendenza editoriale. Un confronto sul potenziale – e i rischi – di un cambiamento che sta ridefinendo le regole del gioco per l’intera professione. Secondo Goldman Sachs, l’economia dei creator raggiungerà un valore di 500 miliardi di dollari entro il 2027. Cosa devono fare i giornalisti per ottenere una fetta di questa torta? Parleremo di come iniziare, costruire un pubblico, monetizzarlo e realizzare contenuti di qualità lavorando in proprio. E come cambierà il giornalismo? Quali sono le opportunità e i rischi? Sarà forse l’inizio di una nuova età dell’oro per i giornalisti locali, che potranno raggiungere un pubblico globale?
COME CAMBIA IL LAVORO IN REDAZIONE CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Come sta ridefinendo l’intelligenza artificiale il giornalismo che conosciamo? Un panel di altissimo profilo riunisce alcune delle menti più brillanti della tecnologia e dell’informazione per esplorare l’impatto dell’AI generativa sul lavoro in redazione, sugli standard editoriali e sulla fiducia del pubblico. Tra gli speaker, Richard Socher, tra i ricercatori più citati al mondo nel campo del Natural Language Processing e inventore di avanzati strumenti di ricerca basati su LLM; A.G. Sulzberger, editore del New York Times, e Carole Cadwalladr, la giornalista investigativa che ha fatto tremare Cambridge Analytica. Insieme rifletteranno su come le redazioni possano integrare in modo responsabile le innovazioni dell’intelligenza artificiale, senza rinunciare ai principi etici e alla missione del giornalismo. Dai vantaggi in termini di produttività alle sfide sull’accuratezza, dagli agenti AI all’integrità editoriale: una mappa per orientarsi nell’era dell’informazione senza perdere di vista l’obiettivo di servire l’interesse pubblico.