In serie D l'Orvietana si gode quel fantastico "mancino" di William Mauro

09.04.2025 09:41 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Roberto Pace
In serie D l'Orvietana si gode quel fantastico "mancino" di William Mauro

William Mauro, tra i più forti “mancini” ad aver vestito la casacca biancorossa, nasce il 20 Maggio, giorno in cui si celebra la festa di San Bernardino da Siena. Santo, che non ha nulla a che vedere con il calcio ma molto, invece, con i pubblicitari e i predicatori. Entrambi, soggetti dotati di una lingua sciolta, dote che non può mancare agli avvocati. Il quasi ventiduenne coltiva il sogno della toga fin da ragazzo. Nutre una passione innata per la legge, qualunque ramo riguardi, studiarla e comprenderne i risvolti. Fra il trasporto verso l’ambito legale e il calcio è sempre stato un duello testa a testa e, ancora oggi, c’è lotta per conquistare la leadership definitiva: “Quando avevo otto anni sono entrato nella grande famiglia della Juve per restarvi fino ai diciassette. Premetto, che ho sempre visto il calcio come uno sfogo senza mai pormi degli obiettivi o pensare che da grande avrei fatto il calciatore. A quell’età può capitare di cambiare le idee in quanto condizionato dagli eventi. Io, per esempio, intorno ai quindici anni ho capito che avrei potuto essere un calciatore”,

Senza, per questo, dimenticare la legge: “Assolutamente. Dopo le superiori mi sono iscritto all’Università e sono al terzo anno della facoltà di Giurisprudenza. Mi piacerebbe e sto provando a portare avanti entrambi gli obiettivi. Non è facile, però, se allungo lo sguardo oltre il fine carriera con gli scarpini mi vedo nel ruolo di uomo di legge”.

Nel quale, si può vestire la toga da Giudice o da avvocato. Hai già opzionato la parte dove stare?

“Beh! Sono partito con l’idea di fare l’avvocato, tuttavia la professione di giudice mi stuzzica. Mi hanno detto di come sia arduo il percorso, però penso che proverò. La decisione definitiva ancora non c’è”.

Sei giovane e, appunto per questo, sono curioso di conoscere il tuo parere sulla nostra magistratura, spesso nell’occhio del ciclone:

“Considero troppo facile dare giudizi dall’esterno. Sarebbe necessario vivere le situazioni dall’interno con la possibilità di verificare i problemi e le situazioni. Quindi, dal mio punto d’osservazione auspico si facciano dei miglioramenti. MI rendo conto, però, di come realizzarli non sia per niente facile”.

A casa, nella città della Mole, i progetti di William sono ben visti. Apprezzati da papà Pietro che fa l’ingegnere, appoggiati dalla mamma, Emanuela Pasello, impegnata in campo immobiliare, pure lei sensibile al fascino della lex. La sorella, Denise, si occuperà della salute, in quanto iscritta alla facoltà di Medicina. La sorpresa arriva chiedendo informazioni sulla squadra del cuore, convinto sia juventino per cittadinanza e militanza con i bianconeri:

“ Sono interista. La responsabilità è di mio nonno, il quale, fin da bambino mi ha riempito di neroazzurro con racconti, maglie, manifesti e…. Alla fine, ho ceduto”.

Il mestiere di calciatore lo ha già portato, dopo la Juventus, al Pisa dove ha conosciuto Matteo Panattoni, a Empoli trovando Luka Simic, alla Sanremese, Follonica Gavorrano e ora Orvieto, distante circa 600 Km dalla sua Torino:

“Dico la verità; fino a ora mi ero trovato in piazze anche più importanti nelle quali si da molta importanza a certi particolari. L’Orvietana è una Società che ti fa stare bene. Ho scelto di venire dopo aver parlato con il Direttore (Severino Capretti) cui riconosco le capacità per convincerti in tre minuti. Oggi posso già ringraziarlo e consiglierei l’Orvietana a tutti i giocatori che vogliono impegnarsi in un percorso di crescita”.

Il tuo passaggio a Orvieto sarà certamente a tempo determinato:

“Certo, non posso dire che rimarrò a Orvieto per tutta la carriera. Confermo, a ogni modo, quanto sia stato utile quest’anno a completare la mia crescita sotto ogni punto di vista, da quello umano a quello professionale. E’ un passaggio…. non so ancora quanto durerà”.

Se ho ben capito hai trovato tutte persone giuste:

“ Certo. Non escluderei nessuno. Per come è andata la stagione, per il conseguimento dell’obiettivo quando mancano ancora diverse giornate. Tutti indicatori del fatto che ciascuno ha dato il massimo nel ruolo interpretato, compagni, mister, secondo, fisioterapista, magazziniere, Direttori, Presidente, accompagnatori e spero non aver dimenticato nessuno”.

Questo torinese, oltre che giocatore di sicuro affidamento in miglioramento progressivo, possiede delle sfaccettature a renderlo abbastanza atipico, anche per prospettive di vita, rispetto a altri incontrati nel corso degli anni, ma che, riesce, comunque, a stare bene con il gruppo e con tutti. Un esempio aggiuntivo, se chiedi dell’ hobby preferito:

“Mi piace molto visitare città, con le loro opere d’arte, musei, edifici storici. E’ la cosa che più mi affascina, chiaramente dopo Maddalena”.

Maddalena, torinese anche lei, si capisce subito sia parte integrante della sua vita:

“Quando due persone si vogliono bene la distanza è solo un numero. Ci si viene incontro, magari facendo sacrifici, possono esserci momenti più o meno difficili, però, ho avuto la fortuna di avere vicino una persona disposta a sacrificarsi per me, più di quanto non faccia io per lei. Io sto qui, non posso muovermi per gli impegni, quando lei prende il treno per spostarsi da una parte all’altra, venire a Orvieto o seguire le partite da altre parti”. Pronuncia Orvieto con la e aperta come fanno gli orvietani veri. Però non beve vino (ancora) e non è un buongustaio.