In quel San Valentino del 2004 la morte di Marco Pantani mentre al Curi si giocava Perugia-Chievo
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Il 14 febbraio 2004 morì Marco Pantani, il “Pirata”. In quella serata di San Valentino, il cuore dell’Italia di tanti venne spezzato tra il dolore e l’incredulità. La notizia della sua morte giunse al Curi alla fine della gara tra Perugia e Chievo Verona, con i commenti sul ritrovamento in una stanza di un albergo a Rimini del corpo senza vita del campione che presero il sopravvento sulla gara stessa, vinta dai veneti per 2-0 con le reti di Barzagli e Cossato. Ed anche il tecnico Serse Cosmi, grande appassionato di ciclismo, si unì al lutto e al dolore, evitando di parlare della partita. Pantani aveva appena compiuto 34 anni, era il simbolo di un ciclismo che non conosceva compromessi. Da trionfi epici al Giro d’Italia e al Tour de France del 1998, fino alle cadute dolorose e alle controversie che avrebbero segnato la sua carriera, il “Pirata” era amato e odiato, venerato e criticato. Quel 14 febbraio, tra le ombre di un inverno freddo, la notizia della sua scomparsa scosse profondamente l’intera nazione, trasformando la sua figura in una leggenda intramontabile. Il ritrovamento del corpo in un modesto residence a Rimini fu un colpo duro per tutti, un silenzio assordante che avvolse l’Italia in un manto di tristezza. In quella serata il ciclismo, come molti altri sport, si arricchì di una nuova dimensione emotiva, quella di un eroe caduto che aveva corso contro il tempo, contro sé stesso e i suoi demoni, lasciando un segno indelebile nei cuori di chi lo aveva seguito. Ancora oggi -. come si legge sul Correre dello Sport - rimangono molti dubbi riguardo le circostanze della sua morte, accompagnata da sospetti e congetture, ma ufficialmente arrivata per l’assunzione di un mix di farmaci antidepressivi e cocaina. A prescindere da tutto questo, il ricordo di Pantani non è solo un omaggio a un atleta straordinario, ma una celebrazione della sua capacità di ispirare generazioni. I tifosi, che lo consideravano un simbolo di lotta e di passione.