Lo scandalo in Umbria del Reddito di Cittadinanza: uno di quattro una truffa
In Umbria oltre un quarto delle prestazioni riconosciute in materia di reddito e pensione di cittadinanza sono risultate non in regola con i requisiti e quindi sottoposte a revoca o decadenza, per un totale di 6 milioni 573 mila euro da recuperare. E' quanto emerso dalle verifiche a tappeto svolte dall'Inps negli ultimi quattro mesi, avviate dall'insediamento del direttore regionale Fabio Vitale. Il totale tra revoche e decadenze è di 3.276 prestazioni, ovvero il 26,7% delle prestazioni totali vigenti ad oggi in Umbria, che ammontano a 12.269 (di cui 8.369 nella provincia di Perugia e 3.900 in quella di Terni). Secondo quanto spiega l'Inps in una nota, la casistica più frequente è quella di percettori che dichiarano un indice Isee diverso da quello presente in anagrafe comunale (45%).
Seguono i cittadini stranieri e italiani privi del requisito della residenza in Italia negli ultimi 10 anni (30%) e quello di percettori che risultano intestatari di auto o moto, acquistate nuove da meno di sei mesi o immatricolate da meno di due anni se di grossa cilindrata (9%). Rilevati anche nuclei monoparentali costituiti da soggetti con età inferiore a 26 anni privi della caratteristica dell'autonomia, attestata dal fatto di avere un reddito personale di almeno 4.000 euro annui o di essere coniugati o con figli (7%). Ci sono anche percettori che omettono di dichiarare di aver iniziato un'attività lavorativa dopo l'accoglimento della domanda (6%) e altri che non dichiarano di aver acquistato o venduto immobili (3%). Per i casi accertati l'Inps ha già avviato le procedure per il recupero delle somme percepite indebitamente. "A regime, spiega Vitale, tutte le nuove domande verranno vagliate all'atto della presentazione, attraverso controlli incrociati sempre più accurati e stringenti".