Il nuovo libro di Francesca Silvestri: in libreria "Figlie del silenzio"

31.03.2025 08:30 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
Il nuovo libro di Francesca Silvestri: in libreria "Figlie del silenzio"

Dopo l’esordio in narrativa avvenuto nel 2022, la scrittrice perugina Francesca Silvestri è tornata in libreria con il romanzo "Figlie del silenzio", sempre per Les Flâneurs Edizioni nella collana Montparnasse. Perché una donna finisce nell'oblio della memoria familiare? Che significato può avere il silenzio su una vicenda biografica, quella di Alaide, che ha attraversato tre generazioni di donne?

A queste domande cerca di dare una risposta Matilde, giovane archivista e sua discendente, che si mette quasi per caso sulle sue tracce, scoprendo una donna e poi un'artista profondamente inquieta che ha attraversato, con lucidità e dolorosa consapevolezza, la difficile condizione femminile del primo Novecento, portando alla luce vicende rimaste sepolte per anni nel silenzio, dietro le sbarre dei conventi o dei manicomi.

“La storia di Alaide Fabbrini, la protagonista di Figlie del silenzio, mi è stata raccontata diversi anni fa e mi ha subito molto incuriosito. Era piena di lacune e di ‘si dice’, ‘sembra’, ‘forse’ e altre incertezze a cui ho cercato di dare un senso attraverso la scrittura – ha spiegato l’autrice.

Era una donna, si dice molto bella, vissuta a cavallo tra due secoli (nata nel 1898 e morta nel 1929), scomparsa prematuramente e in circostanze poco chiare a soli 31 anni, subito dopo aver avuto il suo primo figlio. Ma la cosa che mi ha più intrigato è che di questa donna si erano inspiegabilmente perse le tracce, nella propria famiglia, con la morte dell'ultima delle sue pronipoti. Una storia strana e confusa che però, forse proprio perché oscura, mi ha coinvolto fin dall'inizio e mi ha portato a indagare e ad approfondire tematiche importanti, come la malattia mentale all'inizio del Novecento, ovviamente molto prima della legge Basaglia, e la facilità con cui le donne spesso venivano rinchiuse in manicomio o in convento per la loro stravaganza, cioè per una personalità che difficilmente rientrava in certi stereotipi. Fin qui la storia vera o presunta, perché a volte si scendeva addirittura nella deriva del pettegolezzo, basata sulle poche informazioni di chi ancora la ricordava. I documenti e le foto che ho ritrovato non dicevano di più, spesso il suo volto rimaneva nascosto dai capelli o dai cappelli o da altre persone. Era come se mi sfuggisse, volesse restare nell'ombra. Più andavo avanti nella ricerca, più annotavo tutto e cercavo di rimettere in fila i pezzi di una vicenda che non poteva essere ricostruita del tutto, ma questo l'ho capito molto tempo dopo. Così, da un certo punto in poi, ho deciso di abbandonare la storia reale e mi sono lasciata andare, trasformando la vicenda biografica di Alaide in romanzo. Solo in questo modo si sarebbe potuto far luce. Un lavoro di lenta emersione dall'oblio (della storia e della ricerca)”.

“Con grande convinzione abbiamo accolto nella collana Montparnasse il nuovo romanzo di Francesca Silvestri, Figlie del silenzio – ha commentato l’editore Alessio Rega. Dopo l’esordio con L’arrocco, un’opera densa e stratificata capace di intrecciare le trame della memoria individuale e collettiva su scala internazionale, Francesca torna con una narrazione più intima, ma non per questo meno potente. La collana Montparnasse nasce proprio per ospitare voci capaci di restituire, attraverso la letteratura, uno sguardo lucido e profondo sul presente, e Figlie del silenzio si inserisce perfettamente in questa linea editoriale: un romanzo che fa della ricerca storica un gesto politico e poetico insieme.

Pubblicando questa storia vogliamo contribuire, infatti, a rompere il silenzio che per troppo tempo ha avvolto le vite scomode delle donne — quelle lasciate indietro, dimenticate o taciute. Attraverso la figura di Alaide, artista inquieta e fragile, e lo sguardo di Matilde che ne ricostruisce la storia, Francesca Silvestri ci invita a riflettere su una memoria femminile collettiva da custodire e riscattare”.

Come ha saputo bene scorgere la scrittrice Titti Marrone, “questo romanzo ha un po' l'andamento della storia di famiglia, un po' di una sorta di mistero - o giallo - che lascia affiorare via via tematiche importanti quali l'oppressione delle donne vista attraverso l'angolazione della classificazione sbrigativa di ‘isteria’ usata per metterne a tacere spirito critico, opposizione all'omologazione e creatività. Il tutto, con una scrittura piana, luminosa, capace di spalancare varchi al piacere della lettura e districare i nodi di una storia segreta, con un'abile tecnica di graduale svelamento che non lascia mai intuire il passaggio successivo e tiene chi legge con il fiato sospeso fino all'ultima pagina”.

Passaggi oscuri nella vita di Alaide che nemmeno i diari lasciano intuire, pagine strappate, aspetti che non tornano, cicatrici e fratture rimaste aperte sono, infatti, i coprotagonisti di questo libro.

L'esistenza dolorosa "di prima" e quella che si è reinventata, consapevolmente, nell'arte ha un significato ben preciso. Lo scoprirà Matilde insieme al lettore in un finale imprevedibile che avrà molto a che fare anche con la sua storia personale.

L’autrice per presentare l’opera sarà il 6 maggio presso Unilibera Valdicornia - Venturina (LI), il 9 a Corciano (Pg), il 17 al Salone del libro di Torino, il 24 a Tuoro sul Trasimeno (Pg) e il 6 giugno presso il Centro culturale Qui Perugia.