"Al Curi c’è chi mi offende, ma io sono sempre emozionato quando entro in quello stadio"
Si è raccontato alla Gazzetta dello Sport Stefano Scappini, bomber della Reggiana, che, oltre a partecipare alle iniziative locali decise dal club, ha fatto una donazione all’ospedale Santa Maria di Terni, città dove vive e che è stata il trampolino della sua carriera. A dispetto delle sue origini perugine, visto che è nato a S. Angelo di Celle, frazione di Deruta, a due passi dal capoluogo. E tra Perugia e Terni la rivalità è accesa, da sempre. «Sì, ma non si deve esagerare col campanilismo – afferma Scappini non siamo nel medioevo... Sono umbro, fiero di esserlo. Amo sia Perugia che Terni, non preferisco nessuno. La Ternana mi ha preso quando giocavo nel Grifo S. Angelo e avevo segnato 66 gol nei Giovanissimi. Il Perugia, invece, con me si limitò sempre alle chiacchiere. Adesso, quando gioco al Curi c’è chi mi offende, ma io sono sempre emozionato quando entro in quello stadio. Idem quando torno al Liberati». Adesso Terni è la sua città. E lì ha deciso di aprire il portafogli. «Ho sposato una ternana e sono a Terni da quando è esplosa la pandemia. In quanto alla donazione, l’ho fatta per l’ospedale perchè credo che sia giusto sostenere chi sta lottando contro questo nemico».
Proprio nella Reggiana si è registrato uno dei primi casi di calciatori contagiati: Alessandro Favalli. «Quando è stata accertata la sua positività, la pandemia era agli inizi. Abbiamo vissuto settimane di ansia, stavamo tutti male nel saperlo alle prese con la malattia. Per fortuna nessun altro si è contagiato. Ora è guarito, purtroppo però la sua nonna non ce l’ha fatta, mi dispiace». Scappini spera di chiudere la stagione sul campo: «Vorrei tornare a giocare, ma vedo i problemi che incontra la A e allora credo che sarà molto difficile. Bisogna sanificare gli spogliatoi e i centri sportivi, seguire un protocollo rigido. Molto complicato, soprattutto in B e in C. Ci terrei a riprendere, anche perchè ho messo finalmente alle spalle i problemi fisici, tra pubalgia e fascite plantare». Nonostante abbia giocato a singhiozzo, ha segnato 9 reti in 18 presenze, dimostrandosi uno dei leader granata. «Ma ora vorrei completare l’opera. L’obiettivo è la B, che Reggio merita. Non so come finirà la stagione, deciderà il virus. Se non si potrà riprendere, nel decidere le promozioni si deve premiare il merito. Ma non si potrà mettere la Reggiana o il Bari, seconde, sullo stesso piano di una nona. Playoff ridotti? Può essere una soluzione. Lasciamo stare il sorteggio...».