Ma è questo il calcio giovanile che educa? "Otto anni con gli amici nella stessa squadra e poi invitato a farsi da parte!"
Pubblichiamo la lettera, cordiale, educata e determinata, di una mamma il cui figlio è stato "invitato" a lasciare gli amici ed a passare in un'altra squadra per le ambizioni della società di voler allestire una squadra più forte. Un caso denunciato a Magione, ma come ve ne sono tanti altri in Umbria e in Italia. Senza presunzione si pone un interrogativo ed ovviamente, se la stessa società lo vorrà, potrà replicare come e quando e riterrà opportuno (redazione@perugia24.net).
"Sono la mamma di un ragazzino di 14 anni iscritto alla scuola calcio Junior Calcio di Magione da quando aveva 6 anni. Quest'anno, purtroppo, non gli è stata data la possibilità di giocare con i suoi compagni coetanei all'impianto di Magione ma anzi, ci è stato consigliato caldamente di andare a Passignano o altrove... Tutto questo perché probabilmente la società ha deciso di fare una squadra molto più competitiva e mio figlio non è “all'altezza”. So perfettamente che mio figlio non sarà mai un giocatore di serie A ma è da quando aveva 6 anni che gioca con questa società sportiva dove ci sono state sempre più squadre per dare la possibilità a tutti i ragazzi residenti a Magione di poter giocare, quest'anno invece solo gli “eletti” potranno giocare mentre gli altri sono stati caldamente invitati ad andarsene. Mi dite per favore come si può sentire un ragazzino di 14 anni escluso in questo modo da una ''scuola calcio'' senza dare neanche un minimo di opportunità o alternativa (al telefono ci hanno liquidato dicendo fate voi) .. magari confrontandosi con tutti noi genitori e ragazzi trovando insieme una valida alternativa. Perché circa 10 ragazzini di Magione devono andare a giocare altrove mentre altre società anche di Perugia (ad esempio il Montemorcino) fanno selezioni per proporre vari campionati in base al livello del ragazzino? Poi parliamo di inclusione, parliamo di avvicinare i ragazzi allo sport per allontanarli da situazioni spiacevoli. In un piccolo paese come Magione non possiamo parlare solo di squadre di alto livello senza preoccuparci minimamente del ruolo che può avere lo sport per tutti loro nella fase di crescita, soprattutto in questa fase di cambiamenti molto delicati e importanti. E' vero che c'è stata una riunione dove non abbiamo potuto partecipare e abbiamo avuto notizie a più riprese ma è vero anche che abbiamo ricevuto una telefonata molto chiara dove ci è stato detto apertamente che nostro figlio quest’anno non avrebbe potuto giocare a Magione. Tra l’altro sempre quest’anno è stato chiamato anche un ragazzo di Passignano per giocare a Magione, e altri ragazzi inizialmente esclusi come mio figlio poi magicamente richiamati, quindi mi piacerebbe capire quali elementi sono intervenuti affinchè questo potesse accadere. Le altre cose che mi hanno rammaricato in questa situazione è stata anche la mancanza di solidarietà dei genitori con cui per tanti anni abbiamo condiviso la crescita dei nostri ragazzi (non solo da un punto di vista sportivo!) e la totale assenza di risposte da parte della società a cui abbiamo scritto una mail e siamo stati totalmente ignorati. Scrivo questa lettera non perchè voglio che mio figlio oggi possa giocare nella squadra di Magione, ma con la speranza che nel futuro non si ripetano più situazioni del genere. Oggi più di ieri prestiamo molta attenzione a temi come l’inclusione e una situazione del genere è veramente una cosa poco edificante sia per la società sportiva che per il paese di Magione. Allontanare dei ragazzini dallo sport e dai propri compagni di sempre può destabilizzarli e creare dei problemi. Per fortuna mio figlio ha avuto la possibilità di conoscere altre realtà sportive dove le parole inclusione e Scuola Calcio hanno un significato diverso da quello che hanno per la Società sportiva Junior Calcio di Magione".