E' importante che si parli di Afasia per far conoscere questi disturbi: l'impegno di Aita Umbria

Un’occasione importante per parlare di afasia, un disturbo silenzioso, poco conosciuto e sempre più diffuso. Un tavolo che ha visto professionisti affermati nei campi di neurologia, psichiatria, psicologia e logopedia confrontarsi su diversi aspetti di questo disturbo del linguaggio acquisito a seguito di lesioni cerebrali in età adulta, che determina la perdita parziale o totale della capacità di comunicare verbalmente e/o per iscritto. Ancora una volta Aita Umbria con l’incontro ‘I mille volti dell’afasia’, molto partecipato e organizzato alla Fondazione sant’Anna di Perugia, sabato 22 marzo, in occasione della Settimana del cervello, ha permesso di accendere un riflettore su questa realtà. “La giornata di oggi – ha dichiarato in apertura Nicoletta Pauselli, presidente di A.I.TA. Umbria – è fondamentale per la diffusione della nostra condizione. L’afasia è un disturbo poco conosciuto e riconosciuto perché non si riesce a parlare e a diffondere la propria voce. Noi vogliamo lottare per alzarla sempre di più”. A illustrare le attività dell’associazione e l’impegno per diffondere la conoscenza dell’afasia nella regione è stata la vicepresidente di A.I.TA. Umbria Francesca Graziani. Al convegno hanno portato i loro saluti Nicola Paciotti, consigliere comunale di Perugia, in rappresentanza della sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi e dell’assessora Costanza Spera, Federico Pompei, presidente Ordine professioni sanitarie Perugia Terni, Stefania Maria Petrillo, responsabile del corso di laurea in Logopedia dell’Università degli Studi di Perugia, Vincenzo Nicola Talesa, direttore del Dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università di Perugia, Tiziano Scarponi, vicepresidente dell’Ordine provinciale dei medici di Perugia e presidente dell’associazione Cuor di Leone Odv, e Valeria Caso, neurologa di Medicina interna e d’urgenza-Stroke Unit dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. “Mi occupo da più di 25 anni di ictus – ha spiegato la dottoressa Caso – e ho visto che i disturbi motori vengono in qualche modo compensati adesso grazie anche alle nuove terapie. I disturbi non motori, inclusa l’afasia, invece sono quelli su cui lavoriamo di più. L’essere umano è qualificato dal linguaggio per cui questa parte va sicuramente potenziata perché più stimoliamo il cervello meglio sarà per la persona e la sua qualità di vita”. Di bilinguismo e afasia ha parlato nel suo intervento il professor Jubin Abutalebi. “L’afasia nei bilingui – ha spiegato il professor Abutalebi – è un’altra cosa rispetto a quello che succede nei monolingua. Ci sono alcuni aspetti di recupero particolari perché il paziente può perdere una lingua mentre l’altra è ancora intatta oppure può comprendere una lingua e non riuscire a parlarla, parlando invece nell’altra lingua che non comprende più. Il tema è molto attuale perché ci sono sempre più bilingui. Non esistono delle vere linee guida sull’afasia nei bilingui, è un campo recente e più complicato rispetto a quanto succede nei monolingua e abbiamo oggi tante problematiche sui cui lavorare”. “Attraverso il nostro ordine – ha commentato Pompei – abbiamo 18 professioni e siamo oltre 3mila professionisti in Umbria tra cui i logopedisti che sono il punto di riferimento per questi pazienti. Con il loro contributo ma anche degli altri professionisti dell’area della riabilitazione tentiamo di dare una risposta ai bisogni di salute. Poter collaborare con un’associazione come Aita è un invito a portare i professionisti sanitari all’interno del terzo settore, per ampliare lo spettro di possibilità dei pazienti nel poter trovare un percorso giusto in cui essere accompagnati e non lasciati soli”. Nel corso dell’incontro Lorenzo Cesarini, logopedista libero professionista, laureato all’ateneo perugino, ha presentato il suo progetto per la realizzazione di interviste ai soci afasici di Aita Umbria, la cui presentazione ufficiale si terrà a ottobre in occasione della Giornata nazionale dell’Afasia. In apertura, inoltre, Paola Nicolai ha presentato il suo libro autobiografico ‘Ho ascoltato la mia voce’ in cui racconta la sua storia di rinascita insieme a Ugo, il piccolo Levriero italiano che l’ha sostenuta nei momenti più bui e difficili e che oggi l’accompagna nella vita di tutti i giorni, dimostrando il potere della pet therapy e la forza dell’amore tra animali ed esseri umani. “Sono titolare di un’agenzia di comunicazione – ha spiegato Nicolai – e sono stata colpita da un ictus, ho perso la parola ma la cosa più importante nel mondo della comunicazione è andare oltre le parole. Ugo è il mio angelo, mi ha salvata, mi ha dato la voglia di vivere e il senso della vita con la sua gioia”.