"Porchettiamo" dopo 15 edizioni lascia San Terenziano? C'è l'ipotesi di trasferimento della rassegna
Si è chiusa dopo tre giorni l'edizione numero 15 di "Porchettiamo", festival della porchetta che dal prossimo anno potrebbe emigrare e lasciare definitivamente San Terenziano. E' giunto a scadere il contratto di ospitalità tra il Comune di Gualdo Cattaneo e l'organizzazione guidata da Anna Setteposte e c'è la possibilità, secondo alcune indiscrezioni, di rivedere una prossima edizione altrove, seppur non lontano. Ovviamente le condizioni sono cambiate rispetto a 14 anni fa, quando la rassegna era poco più di una sagra ed oggi è invece diventata una della manifestazioni culinarie più partecipate dell'Umbria. Se ne saprà di più nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ma intanto l'ipotesi di un trasferimento appare possibile. Il Festival delle porchette d’Italia e dello street food italiano si è rivelata ancora un'edizione da record, con tre giorni di bel tempo che hanno permesso un flusso di appassionati, visitatori, intere famiglie e turisti da tutta Italia e non solo. Un festival che ha voluto nuovamente, a suo modo con una offerta ricchissima, mettere in guardia verso la banalizzazione del cibo di strada, in un’epoca in cui tutto diventa moda e ogni fenomeno viene usato fino a deprivarlo del suo significato. Per questo Porchettiamo si è confermato un festival “diverso” incapace di guardare al prodotto senza il suo contesto, il suo popolo, la sua storia e tutto quello che rappresenta. “Il nostro obiettivo ora è di dare ancora massimo sostegno e collaborazione a questo percorso di crescita per la porchetta umbra ma anche di guardare al futuro del festival, cresciuto nei numeri, con nuovo slancio” ha detto la stessa Setteposte. Sul piano progettuale, inoltre, Porchettiamo continua ad essere uno stimolo formidabile per tante iniziative e numerosi progetti. Dopo il riconoscimento del Cicotto di Grutti a Presidio Slow Food ora il sostegno e la collaborazione del festival è verso i lavori che stanno tentando di arrivare all’IGP (o magari alla DOP) per la porchetta umbra, fino a quelli che porteranno alla nascita dell’Accademia della Porchetta. Tutte a testimoniare il formidabile legame tra la storia gastronomica regionale e la lavorazione del maiale, che in Umbria ha radici antiche e documentate. Il popolo di Porchettiamo ha anche apprezzato le ormai immancabili varianti “creative” degli chef che hanno animato gli stand “In punta di Porchetta”, così come i numerosi abbinamenti proposti da Fermento Birra e i vini del territorio grazie all’Enoteca della Strada del Sagrantino. Così come gli street food firmati “Porchettiamo&Friends” che hanno trovato ospitalità come di consueto nei Giardini del Castello, o le creazioni internazionali in arrivo da Messico e Giappone. Un evento, in sostanza, che si è dimostrato ancora una volta occasione unica per la valorizzazione di un prodotto apprezzato e grande attrattore di un turismo qualificato.