Questo Perugia dai due volti nel girone di ritorno del campionato: ma perchè?
Scrive Francesca Mencacci su La Nazione che otto gare nel girone di ritorno: le prime quattro da favola, le ultime quattro da incubo. Dall’avvento di Formisano (la partita con il Cesena all’esordio non è attribuibile al giovane tecnico) il Perugia è come se avesse giocato due mini campionati. Inspiegabile la doppia faccia del Grifo, soprattutto perché il crollo è avvenuto nelle gare sulla carta più accessibili, quelle fino al match con la Torres. Quattro vittorie consecutive, condite da ben dieci gol realizzati e tre subiti; due successi in trasferta con Pescara e Pontedera, sei gol fatti contro la Lucchese e la Spal al Curi. Un Perugia, anche se in emergenza, tonico e soprattutto nella veste inedita di macchina da gol. En plein con dodici punti nel poker di gare che hanno aperto il girone di ritorno, contro formazioni anche piuttosto insidiose. E poi cosa è successo? Il Perugia con Rimini, Sestri Levante, e Fermana aveva l’occasione di compiere il salto di qualità per tentare di avvicinare la Torres per lo scontro diretto. Invece nel poker di gare, compresa la trasferta di Sassari, sono arrivate due sconfitte esterne, col Sestri Levante e la Torres, un pareggio in casa con il Rimini e un successo di misura con la Fermana. Il Perugia è passato da dieci reti nella prime quattro gare a un gol fatto nelle ultime quattro, appena due le reti subite ma decisive. Da dodici a quattro punti in quattro match. Le attenuanti? L’emergenza può aver avuto un peso in questo caso viste le tre gare ravvicinate, con due trasferte complicate, a Vercelli e Sassari. Senza contare gli episodi decisivi che hanno condizionato la gara col Sestri (il rosso a Kouan nel primo tempo) e quello con la Torres (il fallo da rigore). Il Perugia forse non sarà quello di inizio 2024 ma non può sicuramente essere quello delle ultime gare.