Luciano Gaucci avrebbe compiuto oggi 86 anni: nostalgia a Perugia e nel mondo del calcio
Avrebbe compiuto oggi 86 anni Luciano Gaucci, imprenditore romano ed ex presidente del Perugia, tra i personaggi più caratteristici ed estrosi della storia del calcio. Dopo l'esperienza come vicepresidente della Roma di Dino Viola, Gaucci, che negli ultimi anni prima della morte avvenuta il primo febbraio 2020 era rimasto 'in esilio' a Santo Domingo, malato, rimase alla guida del club umbro per oltre 13 anni, dopo averlo acquistato il 7 novembre del 1991 per due miliardi di lire mentre stava “vivacchiando” in serie C, sino a portarla a giocare in Coppa Uefa, vincendo l'Intertoto. La sua esperienza con il calcio si chiuse con il fallimento del Perugia, che non riuscì nel 2005 ad iscriversi alla serie B e da allora Gaucci scelse di rifugiarsi da latitante nella Repubblica Dominicana, per non rispondere all'accusa dell'associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta che l’aveva visto coinvolto con i figli Riccardo e Alessandro, anche loro coinvolti nella gestione del Perugia e con il primo successivamente presidente a Malta della Floriana ed oggi dell' Assisi Calcio. Da latitante Luciano Gaucci patteggiò la pena di tre anni, non scontata grazie all'indulto. Prima di entrare nel calcio, Gaucci aveva operato come imprenditore attraverso “La Milanese”, un'impresa di pulizie creata a Roma, alla quale aveva affiancato anche una scuderia ippica. Proprio attraverso i cavalli si ricordano di lui uno dei suoi più grandi affari, avendo acquistato un giovanissimo purosangue irlandese di nome Tony Bin per la somma di 12 milioni di lire e rivenduto (dopo aver guadagnato circa tre miliardi di lire di premi) per la somma di sette miliardi di lire. Anche nel calcio fecero scalpore tanti affari, con giocatori sconosciuti acquistati in tutte le parti del mondo e poi rivenduti con grossi guadagni, tra i quali anche il giapponese Nakata. Ma si ricordano anche acquisti eclatanti, come quello nella stagione 2003-2004, quando fece firmare il figlio del colonnello Gheddafi, Saadi, che indossò una sola volta la maglia del Perugia in campionato, contro la Juventus, di cui all’epoca era socio attraverso la Tamoil, compagnia petrolifera di famiglia. Ancor prima, nel 2000, Gaucci aveva acquistato il sudcoreano Ahm Jung-Hwan, che ai mondiali di Corea e Giappone del 2002 segnò il golden gol che eliminò l’Italia dalla competizione. Dopo quel gol riscattò il giocatore, per poi rivenderlo. Gaucci fece tanto parlare anche nel 2003, quando si mise in testa di acquistare un attaccante donna da far giocare nel suo Perugia, per poi desistere dalla propria intenzione. Gaucci divenne celebre anche per le sue esternazioni alla stampa, ma anche per la facilità con la quale esonerava allenatori e per i ritiri punitivi alla squadra dopo le sconfitte. Con il Perugia ottenne una promozione dalla Serie C1 alla Serie B nel 1994, due promozioni dalla Serie B alla Serie A (1996 e 1998), più una promozione in Serie B revocata per illecito sportivo al termine del campionato 1992-1993, che costò tre anni di squalifica al presidente. Negli anni della Serie A la squadra raggiunse la semifinale di Coppa Italia 2002-2003 e la partecipazione alla Coppa Uefa 2003-2004, successiva alla vittoria della Coppa Intertoto 2003, primo ed unico trofeo importante conquistato dal Perugia nella sua storia. Oltre al Perugia, negli stessi anni Gaucci divenne anche proprietario della Viterbese (dal 1997 al 2000 con una promozione in C1), che fece guidare in panchina anche Carolina Morace, una delle più celebri calciatrici italiane e prima donna alla guida dei una squadra professionistica maschile (ma subito licenziata dallo stesso Gaucci per mancanza di risultati), Catania (dal 2000 al 2004 con una promozione in B) e la Sambenedettese (dal 2000 al 2004 con 2 promozioni dalla Serie D alla C1). Gaucci ha fatto parlare di sé anche per la sua relazione sentimentale con Elisabetta Tulliani, da lui conosciuta in quanto compagna di scuola del figlio Alessandro, e nel frattempo diventata compagna di Gianfranco Fini.