Tumori al seno: non perdetevi l' "Ottobre rosa"! Possibili le visite gratuite in tutta Italia!

26.09.2023 06:00 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
Tumori al seno: non perdetevi l' "Ottobre rosa"! Possibili le visite gratuite in tutta Italia!

‘Bisogna uniformare le campagne di screening del tumore del seno in tutta Italia. Uniformare significa che la data di inizio dello screening deve essere universale. Ad esempio, non è accettabile che in una regione come la Puglia avvenga a 50 anni e in altre, come il Veneto e altre regioni del nord, a 45. Dobbiamo fare in modo che tutte le regioni si adeguino: prima si fanno gli screening, prima si garantisce la guaribilità di questa patologia, perché una diagnosi precoce diventa indispensabile per vincere il cancro’. Lo afferma all’agenzia Dire il presidente della Lega italiana per la lotta contro i tumori, Francesco Schittulli, in occasione della celebrazione di ‘Ottobre, mese della prevenzione del tumore al seno‘, anticipando l’appello che la Lilt è pronta a fare mercoledì 27 settembre al ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della conferenza stampa di presentazione della campagna ‘Lilt for women – Campagna Nastro Rosa 2023’.

OTTOBRE ROSA, COME PRENOTARE LE VISITE GRATUITE

Ottobre è il mese rosa, un appuntamento fondamentale per la Lega italiana per la lotta contro i tumori, che ogni anno informa e sensibilizza le donne sulla vitale importanza della prevenzione del cancro al seno. Per tutto il mese di ottobre, negli ambulatori aderenti della Lilt, distribuiti in tutta Italia, sarà possibile prenotare visite senologiche gratuite, contattando il numero verde 800-998877, dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 15.00. È inoltre previsto un corredo di disposizioni per diagnosi precoce, ecografia e mammografia. Nelle 106 associazioni provinciali verrà poi distribuito gratuitamente materiale informativo e illustrativo a carattere divulgativo e scientifico. L’opuscolo contiene soprattutto informazioni sui tumori al seno ma invita anche le mamme a far sì che le proprie figlie e i propri figli eseguano la vaccinazione per non contrarre il virus Hpv. ‘Il cancro al seno- sottolinea Schittulli- è una malattia non solo curabile ma vincibile. Oggi la guaribilità si attesta intorno all’85-90% e noi possiamo certamente sfiorare il 100%, ovvero arrivare al 98% se mettiamo in atto tutto il corredo, il bagaglio, il ventaglio di disponibilità tecnologiche di cui possiamo usufruire’. ‘Un ventaglio tecnologico estremamente innovativo, molto più preciso, puntuale e sofisticato rispetto a ieri- rende noto- perché oggi disponiamo dell’ecografo con elastosonografia, del mammografo 3D con tomosintesi, del mammografo con mezzo di contrasto e della risonanza magnetica mammaria, tutte apparecchiature che ci consentono di poter individuare una lesione a livello del seno di pochi millimetri e, dunque, di intervenire garantendo la guaribilità da questa patologia’.

Viceversa, tre anni di lockdown hanno purtroppo rallentato le campagne di screening. Il presidente della Lit spiega che ‘le donne, che sono maggiormente sensibili degli uomini, si sono più curate e interessate dei propri mariti, dei propri compagni e dei propri loro figli e hanno trascurato il proprio stato di salute, anche perché i media e le istituzioni hanno quasi indotto una sorta di paura, di terrore, di panico nel rivolgersi alle strutture sanitarie per il rischio di contrarre il Covid e, quindi, di morire. L’idea di poter tenere sotto controllo un eventuale nodulo al seno ha di fatto comportato diagnosi non più precoci ma tardive e, di conseguenza, un peggioramento dei trattamenti, che sono diventati più demolitivi e più devastanti, ha compromesso la qualità e la stessa quantità di vita e ha inoltre incrementato i costi della malattia, non solo a livello del proprio nucleo familiare ma anche della comunità’.

LA PREVENZIONE È SEMPRE LA RISPOSTA GIUSTA

 Il claim scelto per la campagna 2023 targata Lilt è ‘La prevenzione è sempre la risposta giusta’. ‘Sappiamo che dobbiamo investire in prevenzione, che non è solo una bella parola ma è sinonimo di provvedimento. Io faccio prevenzione, io devo provvedere a che questo non accada. È dunque necessario investire in salute e non in malattia, ovvero investire nelle strutture diagnostiche e poliambulatoriali territoriali e non nella creazione di ospedali’. Francesco Schittulli si sofferma poi sui numeri di quello che ricorda essere il ‘big killer numero uno, il tumore che ha superato anche quelli maschili’. ‘Quest’anno stimiamo che a fine 2023 saranno circa 60mila le donne italiane che avranno ricevuto una diagnosi di cancro al seno. A queste si vanno ad aggiungere le oltre 900mila donne che hanno già vissuto l’esperienza di un cancro al seno ma che vivono tra di noi: un vero e proprio esercito che dobbiamo mantenere in vita, anche perchè interventi conservativi attraverso la diagnosi precoce consentono una guaribilità fisica e psicologica. Il seno, infatti, è un organo nobile, svolge una funzione materna, estetica, sessuale. È il simbolo stesso della femminilità, dell’essere donna, è un simbolo che non dobbiamo deturpare’.

OGNI ANNO 12MILA DECESSI PER IL CANCRO AL SENO

Nemmeno i numeri riguardanti la mortalità fanno dormire sonni tranquilli. ‘In Italia abbiamo oltre 12mila decessi l’anno per cancro al seno. Decessi, tengo a ribadirlo, che potremmo evitare se facessimo prevenzione’.  Anche nel campo della lotta al tumore al seno si registra un gap tra nord e sud, un gap che non riguarda solo lo screening ma anche gli stessi servizi. ‘Paradossalmente- informa Schittulli- al nord ci si ammala di più di cancro rispetto al sud ma si muore di meno, mentre al sud ci si ammala di meno ma si muore di più’.

Il carcinoma mammario non ha specifiche fasce d’età ma Francesco Schittulli invita a prendersi cura delle giovani donne, ‘perché l’età in cui scopriamo un cancro al seno si sta abbassando. E proprio nelle giovani donne la neoplasia sembra mostrare le sue forme più aggressive. Anche per questo sto cercando di sensibilizzare il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ad aprire un protocollo d’intesa con la Lilt per far sì che nelle scuole di ogni grado siano presenti i nostri medici e volontari per spiegare ai ragazzi di ogni età quali comportamenti adottare e, nel caso del tumore al seno, insegnare alle ragazze l’autoesame, l’autopalpazione a partire dai 16-18 anni’. ‘E questo- precisa- non perché debbano farsi una diagnosi di tumore ma per essere maggiormente confidenti con il proprio organo, perchè lo conoscano meglio e, nello stesso tempo, per sapere che si tratta di un organo bersaglio, facile preda del tumore. Dunque, così come la ragazza sa che deve fare un Pap test subito dopo il primo rapporto sessuale, la stessa deve sapere che a partire dai 25-30 anni deve eseguire annualmente una visita senologica e una ecografia, a cui deve aggiungere a partire dai 40 anni, e questo è il nostro impegno, una mammografia ogni anno per tutta la vita’.

‘Nella mia vita professionale- racconta poi- sto purtroppo operando di cancro al seno donne al di sotto dei 40 anni ma anche donne al di sopra degli 85. Il mio cruccio maggiore è che stiamo parlando di una malattia curabile, guaribile: non facciamola diventare mortale per l’insipienza delle regioni che gestiscono la sanità’.

Il numero uno della Lega italiana per la lotta contro i tumori si sofferma proprio sulla sanità. ‘Il Servizio sanitario nazionale prevede che la sanità debba essere universale, ovvero al servizio di tutti e questo significa che deve essere equa. Mi chiedo però perché durante il Covid abbiamo assistito a 20 sistemi sanitari regionali differenziati l’uno dall’altro e perché non si torni alla centralità della sanità, che dovrebbe essere garante di tutti e dovrebbe prendersi cura del benessere e dello stato di salute di tutti i cittadini in maniera equa. Non può esserci una disparità’.

Il presidente della Lilt non ha dubbi. ‘O le regioni arrivano agli stessi livelli di altre regioni del nord o vanno commissariate sulla sanità. Stiamo parlando della salute, del benessere prioritario di una persona. Ad esempio, se io, regione Puglia, non sono equivalente ed equiparata a una regione del nord come la Toscana, l’Emilia-Romagna, il Veneto o la Lombardia, significa che sto venendo a meno a determinati principi saldi e costituzionali e dunque devo essere commissariato, perchè non sono in grado di raggiungere determinati livelli’. ‘I soldi ci sono- conclude Schittulli- il ministero ora sta lavorando molto bene, anche grazie alla competenza specifica del ministro Schillaci, ma dobbiamo tutti accompagnarlo in questo percorso’.