Sviluppi sulla macellazione illegale dei cavalli in Umbria: l'associazione di difesa degli animali "Horse Angels" parte offesa

17.04.2025 22:34 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Sviluppi sulla macellazione illegale dei cavalli in Umbria: l'associazione di difesa degli animali "Horse Angels" parte offesa

Ci sarà un giudizio immediato per l’inchiesta sulla macellazione illegale dei cavalli. Come scrive il Corriere dell'Umbria, c’è già l’udienza fissata per l’11 giugno prossimo con le accuse per quattro persone umbre che devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere, uccisione e maltrattamento di animali, commercio di cose pericolose per la salute e falso. Nei prossimi mesi quindi, i loro legali, decideranno se chiedere un rito alternativo per guadagnare almeno lo sconto di un terzo della pena. A giugno in tribunale ci sarà anche l’associazione di difesa degli animali, Horse Angels, indicata dalla procura di Perugia come parte offesa. Secondo quanto emerso nelle indagini del Nas di Perugia, alcuni cavalli venivano fatti transitare fittiziamente in una stalla della zona di Gubbio su indicazione di due commercianti umbri per poi spedire in condizioni terribili, i capi di bestiame, in macelli clandestini a Foggia. I due allevatori umbri coinvolti - l’uomo tra l’altro è ritenuto il promotore dell’associazione a delinquere che, per la procura, reperiva cavalli non destinati al consumo umano perché in vita curati con farmaci non accertabili, se non proprio dopanti - a volte li pagavano pochi euro ai proprietari che sarebbero rimasti all’oscuro di tutto, e poi li stipavano in furgoni e li mandavano a morire in un macello clandestino. Quella carne poi, nonostante non fosse destinata a quello scopo, veniva venduta per consumo umano. Come spiegato dalla procura di Perugia, il tutto era possibile grazie al cosiddetto codice z, ovvero un codice che veniva inserito nella banca dati nazionale equina per far “sparire” un animale. L’operazione sarebbe stata eseguita da un’altra indagata, una funzionaria deputata all’inserimento dei dati nel database. Inquietanti le intercettazioni contenute agli atti dell’inchiesta: “Domani l’accopamo” diceva uno dei macellai clandestini finiti nell’inchiesta. Parlavano di una, come la definiscono loro, “cavalla appestata che stava a terra sul camion col collo rotto”. L’animale dunque, non solo era stato mandato in un macello clandestino anche se non era stato cresciuto per il consumo umano, ma era anche malato e dolorante. Oltre l’illegalità e il pericolo per la salute umana, anche la crudeltà. “Negli atti - dice Roberta Ravello, presidente di Horse angels - ci sono nomi dei poveri cavalli da corsa, da sport equestri, da monta americana, e di cavalli probabilmente solo da passeggiata. Leggiamo anche di un cavallo che ci ha fatto battagliare per anni in tutti i tipi di tribunali. Si tratta di un cavallo del galoppo, un ex campioncino, per il quale avevamo inutilmente chiesto il processo penale per doping, inutilmente perché la procura penale ha archiviato visto che aveva già archiviato anche la giustizia sportiva. Ora ci ritroviamo a difenderlo nell'ultimo atto, quello che lo vede ingiustamente macellato grazie a un sistema impietoso dove chi sbaglia è spesso impunito. Questo processo è un passo importante: non si tratta solo di punire i colpevoli, ma di affermare che i cavalli sono esseri senzienti, non scarti da smaltire. Noi siamo la loro voce affinché nessun cavallo finisca più in una filiera di sangue, nel silenzio e nell’indifferenza”.