La nuova mini Riforma dello Sport? Ecco necessità e criticità sui vari aspetti più significativi

29.06.2024 17:34 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
La nuova mini Riforma dello Sport? Ecco necessità e criticità sui vari aspetti più significativi

L'intervento dell'avvocato Pierluigi Vossi sulla nuova mini riforma dello sport, illustrando necessità e criticità sul ruolo dei volontari, dei dipendenti della pubblica amministrazione e dei pensionati quota 100.

"Nei miei interventi ho sempre detto che era una riforma necessaria. Ma per molti versi ancora lontana dalla realtà quotidiana di tutti coloro che si occupano di attività sportiva. E quanto riproposto nel D.L. 71/2024 ne è la conferma.

Dopo un provvedimento normativo entrato in vigore solamente dopo 2 anni dalla sua pubblicazione (D.lgs. 36/2021- tre Ministri ad occuparsene), dopo due Decreti correttivi, giorni fa abbiamo assistito all’emanazione di un Decreto Legge rivolto a regolamentare un ulteriore intervento in materia.

Decreto legge, quello del 31 maggio 2024 n. 71, che ha delineato l’introduzione di alcuni rilevanti correttivi all’attuale disciplina sul lavoro sportivo. Non privi di notevoli criticità

Mi riferisco in particolare alle novità che riguardano il volontario sportivo di cui all’art. 29 del D.lgs. n. 36/2021, a quella relativa ai lavoratori sportivi dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni.

Sportivi volontari

Sotto il primo aspetto viene introdotta la possibilità di riconoscere “rimborsi forfettari” per le spese sostenute per attività svolte anche nel proprio comune di residenza (ipotesi in passato negata dal D.lgs. 36/2021), nel limite complessivo di 400 euro mensili (in precedenza 150 euro) a mezzo di una semplice autocertificazione, in occasione di manifestazioni ed eventi sportivi riconosciuti dalle Federazioni sportive nazionali, dalle Discipline sportive associate, dagli Enti di promozione sportiva.

In tale contesto la prima criticità: visto che in tale ambito il concetto di gratuità relativo al volontariato sportivo va a differenziarsi rispetto alla normativa fissata dal Codice del Terzo Settore che consente esclusivamente il rimborso delle spese sostenute e documentate con espresso divieto di poter riconoscere rimborsi forfetari.

Non solo. Ma cosa succederà se tale erogazione assumesse una periodicità mensile? Specialmente all’interno di piccoli comuni dove le spese di kilometraggio sono minime?

Si tratterà di un rimborso o di un vero e proprio compenso camuffato da itale veste?

Ancora. Come regolamentato dall’art. 35 del D.lgs. 36/2021, i rimborsi forfettari sono computati ai fini del superamento della soglia della non imponibilità fiscale e partecipano al calcolo della base imponibile previdenziale. Cosa succederà nell’ipotesi in cui lo sportivo nell’anno solare sia destinatario di redditi da lavoro sportivo e rimborsi forfettario da volontario?

E nel caso che tali spese (forfettarie o documentate) non vengano rimborsate dalle Associazioni e società sportive, a chi si dovrà rivolgere il volontario sportivo?

Non mi risulta che le Federazioni sportive abbiano creato Organi di Giustizia funzionali a tale esigenza. E questa è una necessità impellente, se non si vogliono intestare le segreterie di quest’ultime di richieste di adire le vie legali ordinarie. E se si vuol rispettare l’autonomia degli ordinamenti settoriali sportivi: visto che i numeri di tale figure professionali- con la possibilità di autocertificare forfettarie- si incrementerà ulteriormente nel settore dello sport dilettantistico.

Dipendenti pubblici- Pensionati quota 100- 103

Il decreto legge 31 maggio 2024 n. 71 ha eliminato- per i soli dipendenti pubblici che desiderano intraprendere una contemporanea attività da lavoratore sportivo presso società o associazioni dilettantistiche sportiva e le cui retribuzioni non superano gli euro 5.000 anno solare- la preventiva richiesta di autorizzazione alla propria amministrazione: la norma governativa, invero, e per il futuro, prevede per tali rapporti negoziali la sola e mera comunicazione della circostanza.

Un simile riconoscimento non è stato fornito dal D.L. 71 2024 agli sportivi (penso alle migliaia di Tecnici che curano l’istruzione di ragazze e ragazzi nel settore dilettantistico) che hanno raggiunto il regime di pensionamento con la quota 100 e 103. Non si comprende come a tutt’oggi- e qui si era giustificata l’urgenza del provvedimento governativo- nell’approssimarsi dell’inizio delle nuove stagioni sportive nazionali non sia stata apprestata una regolamentazione normativa che consenta a chi fruisce della pensione anticipata (quota 100 e quota 103) la possibilità di percepire redditi da collaborazioni coordinate e continuative di natura sportiva dilettantistica quando i relativi compensi non siano interessati da prelievo previdenziale ( soglia euro 5.000 anno solare). Cosi adeguandosi alla ratio normativa che in passato concedeva ai pensionati in quota 100 di percepire redditi da lavoro autonomo occasionale che non superassero gli euro 5.000.

Siamo sempre a rincorrere e correggere una struttura normativa che ancora non ha ben preso in considerazione i destinatari e fruitori della stessa.

Non ci resta che attendere l’esito dei numerosi gli emendamenti proposti in questi giorni: nella speranza di riconsegnare alla realtà quotidiana di tante Associazioni, di Atleti e Tecnici una regolamentazione normativa che allo stato la ignora".