L'Università per Stranieri di Perugia festeggia gli studenti della Mongolia dopo il loro capodanno

Secondo il calendario lunare della Mongolia – cui si lega l’allevamento del bestiame - il capodanno 2025 cade il primo giorno di marzo; i riti di festeggiamento del nuovo anno iniziano all’arrivo dei primi raggi solari, con l’offerta del latte di Yak al sole dell’alba da parte delle donne. Segue poi nelle famiglie il rituale del saluto ai più anziani: nonni e bisnonni ricevono la visita e i doni di tutti i figli e i nipoti. Con il Capodanno mongolo si festeggia la fine del rigidissimo inverno della steppa e l’imminente arrivo della primavera.
Si tratta di un evento tra i più importanti e ossequiati dalla comunità mongola, che con essa vuole celebrare la famiglia e l’unità delle comunità, ancor’oggi in parte nomadi o seminomadi: attraverso l’omaggio agli anziani si valorizza la trasmissione dei valori tradizionali e il portato di saggezza di tutto il popolo.
Il Capodanno mongolo viene chiamato “luna bianca” o “mese bianco”, in ragione del colore del cibo che si mangia quel giorno, a base di latte e formaggi, il simbolo di purezza. Per rendere omaggio alla sempre più nutrita comunità di studenti provenienti dalla Mongolia l’Università per Stranieri di Perugia – nella persona della docente Nyamaa Lkhagvajan, a capo dell’Associazione Mongolia – Italia – ha organizzato - nel pomeriggio di venerdì 21 marzo - una festa per celebrare la cultura del paese della iurta, che avrà luogo nell’aula magna di Palazzo Gallenga, a partire dalle ore 16:00.
Sotto il coordinamento della professoressa Lkhagvajan, l’evento comporrà insieme momenti di presentazione degli aspetti più pregnanti della cultura mongola e le performance musicali, canore e coreutiche degli studenti di quel paese presenti a Perugia. Non mancherà un momento dedicato alla degustazione di cibi tradizionali della steppa, giochi con gli astragali di pecora e capra e un laboratorio di calligrafia mongola per imparare a scrivere il proprio nome nei caratteri Hudum.
Il paese della taiga, della steppa, dei deserti e delle montagne di oltre 4000 metri, degli estremi climatici (da + 50° a – 50°), dello yak e della iurta si racconterà dunque il prossimo venerdì all’Università per Stranieri. L’ingresso all’evento è come sempre libero e gratuito.