Fanno ancora discutere le parole del presidente della Figc Gabriele Gravina su riammissioni e ripescaggi in B

24.07.2023 11:50 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fanno ancora discutere le parole del presidente della Figc Gabriele Gravina su riammissioni e ripescaggi in B

Il presidente Gravina, alla vigilia del consiglio federale ha parlato di riammissioni e ripescaggi e manda una frecciatina alla Reggina. Sa che la situazione è piuttosto delicata e la matassa è difficile da sbrogliare, ma certi verdetti (quello del Collegio di Garanzia del Coni) non possono certo essere ignorati. «Pensare che ogni volta gli sconfitti attendano riammissioni o ripescaggi va contro lo sport e quei valori che vogliamo portare avanti anche per riavvicinare le famiglie allo stadio e al calcio – come riporta La Nazione – . Faccio appello anche al buonsenso e alla collaborazione dei presidenti. Abbiamo chiuso il campionato a giugno con due immagini: una società che vince il campionato, il Lecco ed una che saccheggia lo stadio perché retrocessa (il Brescia, ndr). Immagine strana: oggi il Lecco è in Terza categoria ed il Brescia in B. Dico che è stato lanciato un messaggio che è contrario ai valori dello sport. Il calcio vivrà un’estate abbastanza infuocata nei tribunali, per ragioni che prima o poi dovremo affrontare in maniera decisa. Nel calcio si vince ma si può anche perdere e quando si perde bisogna dimostrare di aver assimilato il senso della sconfitta, che non piace ma va accettata. Pensare che ogni anno i campionati italiani debbano subire un impatto negativo per colpa di chi ha perso e attende riammissioni o ripescaggi non fa bene allo sport e ai suoi valori. Oltre a fare un danno al brand del calcio italiano, proprio quando stiamo cercando di valorizzarlo».E poi c’è un altro aspetto, un messaggio poco velato a società come la Reggina. «Qualche presidente importante di serie A si vanta dell’aver ottenuto una rateizzazione – spiega ancora – . So benissimo che in pandemia e nel post a vantaggio di alcuni settori ci sono stati provvedimenti importanti, ma i problemi non si risolvono rinviando di 5 anni la copertura delle perdite o rateizzando il debito fiscale. Non è giusto alterare il valore dell’equa competizione: facciamo un piano industriale come Figc, qualcuno ci supporti affinché i club partecipino tutti nello stesso modo e non che chi paga retrocede e chi non paga a volte vince. A volte la cultura della sconfitta dovrebbe portare ad accettare diversamente i risultati».