Dopo la gara di Foligno durissima protesta dell'Endas sulle gare podistiche in Umbria! Come risolvere la situazione?

05.12.2024 17:20 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Dopo la gara di Foligno durissima protesta dell'Endas sulle gare podistiche in Umbria! Come risolvere la situazione?

(altro articolo a questo LINK) Interviene Claudio Romiti, coordinatore dell’Endas dell’Umbria per atletica leggera e podismo. "A seguito di numerosi e disdicevoli episodi accaduti in alcune competizioni podistiche umbre, che si sono svolte con il patrocinio della Fidal e del nostro Ente di promozione sportiva, teniamo a precisare alcuni aspetti relativi a presunti abusi commessi dai giudici appartenenti alla suddetta Fidal regionale. Presunti abusi che sono iniziati il 21 aprile di quest’anno, durante lo svolgimento della competizione organizzata a Deruta, denominata “Per le Vie della Ceramica” - e che sono culminati nella vera e propria sottrazione del pettorale, regolarmente consegnato previo pagamento ai malcapitati - ai danni di alcuni tesserati dell’Endas da parte dei giudici Fidal presenti. Una azione che è ancora in fase di definizione, a seguito di una successiva azione legale promossa dai dirigenti dell’Endas nazionale. Dopodiché, nelle successive gare che si sono svolte con la medesima doppia egida, gli stessi giudici della Fidal si sono “limitati” a consentire la partenza dei nostri tesserati, imponendo però, a nostro avviso in modo del tutto arbitrario, ai cronometristi – in questo caso il personale della Dream Chrono – di espungerli dalla classifica finale da quest’ultimi redatta. Ora, un simile comportamento è proseguito fino alla Marcialonga del tennis, che si è svolta a Foligno lo scorso primo dicembre, manifestazione che per la cronaca concludeva il circuito Endas regionale, riservato ovviamente ai nostri tesserati i quali, come da prassi, sono stati sportivamente fatti cancellare dal discutibile intervento dei citati giudici Fidal.

A tale proposito, ci teniamo a sottolineare alcuni aspetti giuridici che probabilmente sono sfuggiti agli artefici di detti interventi:

1) La Dream Chrono é una Srl che non dipende in alcun modo dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera. Essa, in quanto azienda privata, stabilisce un contratto per alcune prestazioni – tra cui l’elaborazione di una classifica ufficiosa in tempo reale, classifica che viene successivamente riportata sul portale icron.it – esclusivamente con gli organizzatori di una manifestazione podistica, competitiva e non.

Pertanto sono gli stessi organizzatori gli unici soggetti che possono eventualmente interferire nella elaborazione della stessa, ufficiosa classifica finale.

2) Gli organizzatori, d’altro canto, nel consegnare il relativo pettorale ad un concorrente, appartenente a qualunque Ente sportivo, a seguito del versamento del costo d’iscrizione, formalizza quello che nel Codice civile si chiama contratto. Contratto che gli impone di riservare a tutti i contraenti, compresi i tesserati Endas, il medesimo trattamento, che nello specifico prevede l’inserimento in una classifica finale completa, seppur ufficiosa.

Mentre, in assenza di quest’ultimo adempimento, il medesimo organizzatore si renderebbe responsabile di una palese e unilaterale rottura di contratto, con tutte le eventuali conseguenze del caso.

3) A fronte di tutto ciò, appare più che evidente il grave e reiterato comportamento dei giudici regionali Fidal, i quali si sono resi più volte protagonisti di indebite pressioni nei riguardi del lavoro dei cronometristi e di quello degli organizzatori senza alcuna base giuridica, creando una situazione nell’ambito di un settore amatoriale che, rispetto a quel che avviene nel resto del mondo, è già pesantemente gravato da norme burocratiche a nostro avviso anacronistiche.

Quindi, nella speranza che la dirigenza della Fidal regionale raccolga il nostro invito a rientrare nell’alveo della legalità, indicando ai propri giudici l’unica strada percorribile nelle succitate situazioni, ossia la elaborazione di una propria classifica ufficiale, senza interferire nel lavoro neutrale dei cronometristi, restiamo fermi sulle nostre posizioni, con l’obiettivo di salvaguardare i nostri iscritti e i principi fondamentali che regolano la libera attività sportiva in Italia".