Assistenza all'autismo: il dissenso di Auret contro il "teatrino" della Regione

27.09.2024 16:25 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Assistenza all'autismo: il dissenso di Auret contro il "teatrino" della Regione

Ad alzare la voce è l’associazione Auret (Autismo, ricerca e terapie). “Sconforto e rabbia per l'ennesimo vergognoso provvedimento da parte dei politicanti, avendo, infatti, appreso dalla, peraltro flebile (per la vergogna?) voce dell'assessore regionale alla sanità che l'alt al cd finanziamento "indiretto" sarebbe arrivato dal tavolo dove sono alcune associazioni "accreditate". A prescindere dai criteri utilizzati per accreditare associazioni prive di reale importanza a livello non solo locale, queste avrebbero espresso il loro parere negativo con la ridicola scusante che le istanze provenienti dalle famiglie e dalle associazioni realmente libere e disinteressate come AURET, sarebbero state prive di un "progetto di vita"; tralasciando il fatto che i nostri figli hanno tutti un vero "progetto di vita" basato, in primis, sullo sviluppo delle autonomie, che rischia di non potersi attuare a causa della mancanza di fondi, sarebbe legittimo chiedere quale sia il "progetto di vita" di giovani ed adulti piazzati all'interno di strutture residenziali e/o semiresidenziali al solo scopo di far trascorrere loro il tempo; naturalmente, non parliamo di quelle famiglie nelle quali, per motivi di età e/o di salute dei genitori, la scelta è stata pressoché obbligata ma di quelle dove la presenza del disabile grave o gravissimo è vissuta come un "peso", un ostacolo alla "normale" quotidianità: e ce ne sono. Meglio "eliminare" in parte o in toro il "problema" inserendo il proprio figlio/familiare dentro una struttura diversa, come emerso anni orsono nel corso di una trasmissione televisiva, poter sperare che in un anno, tra i tanti ospiti, ce ne fosse uno che avesse imparato a lavarsi i denti da solo ed un altro ad apparecchiare! Quanto costa l'inserimento di un disabile all'interno di una struttura? Secondo quanto comunicato dagli "uffici preposti", ciascun giovane avrebbe un costo pari ad € 244,00/die circa ovvero circa € 5.000,00 al mese a fronte di un contributo indiretto chiesto dalle famiglie per provvedere direttamente ai propri congiunti, pari ad €1.000,00-1.500,00 al mese. Come si giustifica questa differenza di costi? Cui prodest? Esiste una vera e propria "filiera" di persone, associazioni, cooperative etc che si "nutre" delle gravi e gravissime disabilità! Dal momento in cui il denaro viene erogato a questa o quella struttura, inizia a disperdersi in mille rivoli: quanto per la sussistenza della struttura e dell'associazione stessa; quanto per consentire ai suoi dirigenti di avere un buon guadagno (superiore a quello che avrebbero avuto continuando a svolgere le precedenti professioni/attività lavorative); quanto per le cooperative che debbono inviare il personale (non qualificato); quanto per il personale stesso; quanto per i medici/sanitari che svolgono - più o meno alla luce del sole - funzioni di consulenza, etc; Conseguenza di ciò è che, alla fine, ai disabili - teorici destinatari del finanziamento - non arrivano neppure le briciole! E i politicanti/amministratori perché non si impegnano per fornire assistenza indiretta e libera alle famiglie che vogliono consentire ai loro familiari disabili di continuare a vivere nell'ambiente familiare/sociale dove sono cresciuti. È evidente come la "filiera" che risucchia il 99% dei finanziamenti faccia quadrato affinché il denaro venga indirizzato solo verso di loro! Talvolta, i politici/amministratori fanno parte anch'essi, direttamente o indirettamente, della ripartizione del denaro; altre volte, molto più spesso, si "limitano" trarre vantaggio dal cd "voto di scambio" ovvero dal fatto che i membri della "filiera" li "ricompensino" votandoli ovvero facendo sì che continuino ad occupare quegli scranni necessari al permanere dello status quo. È veramente difficile combattere contro questo "sistema"; soprattutto quando, pur cambiando i politici/amministratori, sono gli stessi dirigenti e dipendenti pubblici ad indirizzare provvedimenti e norme verso la salvaguardia del "sistema"; tanto più, nel momento in cui i politicanti di turno dimostrano un'assoluta ignoranza ed un grave pregiudizio in materia di disabilità, frutto di ciò che i loro "amici" e gli "amici degli amici" raccontano strumentalmente loro. Dopo la vergognosa quanto pilatesca risposta dell'assessore Coletto al questionario time proposto dal consigliere Bianconi, quest'ultimo ha annunciato la presentazione di una mozione urgente sull'argomento: sgomento tra la maggioranza (e non solo). Inizialmente, grazie anche alle assenze nella maggioranza, la mozione è stata inserita nell'ordine del giorno dei lavori. La decisione deve aver provocato improvvise problematiche gastrointestinali nella maggioranza perché, nel giro di pochi minuti, c'è stato un fuggi-fuggi ai servizi igienici che sembravano averne inghiottiti più d'uno. Durante la discussione, si sono potuti "apprezzare" gli stessi luoghi comuni e le medesime castronerie, trite e ritrite, che vanno per la maggiore da decenni: il sistema va bene... abbiamo fatto...non è colpa nostra... etc. In un mondo "normale" dovrebbero essere dapprima i consiglieri regionali ad appurare ciò è, quindi, magari, anche la Procura di Perugia al fine di verificare, in quest'ultimo caso, la corretta quanto lecita utilizzazione del denaro pubblico. Nel frattempo, sarebbe il caso che i media, quantomeno quelli locali, inizino ad interessarsi della vicenda. Anche perché, vale la pena ricordarlo, tra meno di un paio di mesi gli Umbri saranno chiamati a votare il rinnovo del consiglio regionale ed associazioni, chiamate a raccolta dalla loro "zarina" di riferimento in consiglio regionale, non hanno tardato a pubblicare comunicati "piccati" che rasentano il grottesco che fanno riferimento a sedicenti "Progetti di vita individualizzati" che rappresenterebbero la vera "libertà di scelta" nell'ambito di "un percorso strutturato e personalizzato" che dovrebbe consentire al disabile di "vivere una vita inclusiva, autodeterminata e dignitosa". Sarà il caso di analizzare quanto sopra...